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Audi: pregi e difetti delle luci LED

 

 

La casa automobilistica tedesca Audi ha fatto dei proiettori a luci LED, una delle principali caratteristiche dei suoi ultimi modelli, ed è la casa che maggiormente utilizza questo tipo di luci per le proprie automobili. Ma vediamo perché l'Audi preferisce puntare su questo tipo di lampade, e quali sono i pregi e i difetti di questa nuova tecnologia di illuminazione.

 

L'Audi e la tecnologia a luci LED

Negli ultimi tempi, sono sempre più le case automobilistiche che utilizzano la nuova tecnologia dei fari a LED per i propri modelli; su tutte l'Audi. A dire la verità, le luci LED (acronimo di: Light Emitting Diode) esistono da qualche decennio, ma solo ora con tecniche più avanzate si è in grado di realizzare LED che generino fasci di luce ad alta potenza. L'Audi sta puntando molto su questa tecnologia di illuminazione che infatti è ormai presente su molti dei suoi modelli, al punto di far parte ormai dell'Audi style, con luci che formano sinuose linee integrate perfettamente in eleganti design, come per esempio sull'Audi R8 che fu la prima auto dotata di impianto luci interamente a LED (54 luci di cui 24 diurne), e su altri modelli come la A1, la A3, la A4, e la A6.

Pregi e difetti delle luci LED

La casa automobilistica tedesca è stata quella che inizialmente ha creduto di più nei vantaggi che possono derivare dalle luci LED, e sono diversi. Il maggior vantaggio che un'auto può avere montando dei fanali a LED è sicuramente quello del risparmio energetico; per fare un esempio di quanto consumino poco, basti pensare che 3 lampade da auto di questo tipo consumano all'incirca 0,1 W e cioè molto meno di tutti gli altri tipi di lampade. Altro notevole pregio è la durata, infatti teoricamente queste luci avrebbero durata illimitata, se non fosse per alcuni “shock” che subiscono con gli sbalzi di corrente a cui sono soggetti in un'auto, e comunque anche dal lato pratico durano molto di più. Inoltre queste luci LED non sono in realtà delle vere lampade, ma sono dei diodi luminosi, ovvero dei componenti elettronici con polarità + e – che emettono luce per effetto elettro-chimico, e non per via di una resistenza di metallo che diventa incandescente; questo comporta altri 2 vantaggi, e cioè una bassissima produzione di calore e tempi di risposta all'accensione e allo spegnimento più rapidi, quest'ultima peculiarità viene utile soprattutto nei segnali d'avviso prodotti dalle luci posteriori degli stop o da segnali lampeggianti. L'unico difetto che qualche nostalgico delle vecchie lampade può trovare, è la luminosità più fredda, specie nei fari anteriori che emettono un colore bianco più glaciale tendente un po' all'azzurro. Ma sicuramente l'Audi ci sta aiutando ad abituarci.

Audi Q5Audi RS4

 

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Jeep Wrangler con motore diesel: panoramica sui modelli

Gennaio 2011: la Jeep presenta la nuova gamma Wrangler e Wrangler Unlimited, proponendo 3 versioni, ovvero Sport, Rubicon e Sahara... ma vediamo questa nuova gamma più in dettaglio...

L'equipaggiamento motoristico della gamma

Tutte le versioni, ovvero la versione base Sport, la versione Sahara, e la versione Rubicon, sono dotate di motore Jeep turbodiesel da 2.800 cc common-rail, un Euro 5 con potenza di ben 200 CV, al quale può essere abbinato il cambio a 6 marce manuale, o il cambio a 5 marce automatico; quest'ultimo è dotato del sistema Electronic Range Select, tramite il quale si può scegliere se usare il modo sequenziale, o quello totalmente automatico. Questo motore Jeep diesel è dotato anche del sistema Stop/Start, che viene abbinato solo al cambio a 6 marce. La versione con allestimento Rubicon è l'unica che è disponibile anche con motore a benzina V6 da 3.800 cc, con cambio automatico a 4 marce.

Panoramica e differenze tra le versioni

La Rubicon è senz'altro la versione più aggressiva e con caratteristiche da fuoristrada più accentuate, infatti questa Jeep è dotata di ASBS (sistema di disinserimento elettronico della barra stabilizzatrice), di Rock-Trac (sistema di trazione integrale), di differenziali con bloccaggi Tru-Lock,e le sospensioni Dana 44. Gli interni del Rubicon sono dotati di tante comodità e utilità, come il sensore crepuscolare, il climatizzatore, i retrovisori riscaldati, il volante in pelle, il sistema audio/video UConnect (CD, DVD, WMA, MP3, radio, porta USB), il caricatore CD, e l'impianto HI-FI a 6 vie da 368 W.

La versione Sahara ha caratteristiche più da SUV, per una guida molto piacevole e confortevole, una delle sue caratteristiche principali sono infatti i sedili in pelle nera di serie, con quelli anteriori dotati tra l'altro di riscaldamento. Di serie la Sahara ha anche i cerchi in lega a 18'', mentre gli interni sono dotati di sistema audio/video UConnect (CD, DVD, WMA, MP3, radio, porta USB, di caricatore CD, e di impianto HI-FI a 6 vie da 368 W. Per questa versione, è anche possibile richiedere come optional il Dual Top, che permette di configurare gli interni in tinta o in nero, Hard Top, o con i ripiegabili Sunrider Soft Top. Il listino prezzi Jeep indica per questa gamma, prezzi che vanno da un minimo di 31.000 € ad un massimo di 37.500 €.

Heck eines Jeep Wrangler Unlimited | Source | Date 2007-03-18 | AuthorFront eines Jeep Wrangler Unlimited | Source | Date 2007-03-18 | Autho

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Club Paradiso del Garda: i campi e i servizi per gli amanti del golf

 

 

Il Golf Club Paradiso del Garda, è uno stupendo complesso golfistico con campo da golf a 18 buche; il campo realizzato nel 2004, si trova sulle colline della zona di Peschiera del Garda, a solo 1 Km dall'autostrada... ma vediamo più in dettaglio, cosa offre ad appassionati e praticanti...

 

Il campo da golf

Questo campo da golf che si trova sul "Garda", è un campo a 18 buche, con percorso che si estende su un grande territorio comprendente ben 12 colline, nella zona di Peschiera del Garda (VR).

Il percorso, fu realizzato dal noto architetto americano Jim Fazio, che lo ha concepito e disegnato con stile moderno e all'avanguardia, infatti è un campo che, con opportune modifiche, può essere usato da giocatori di ogni livello.

Grazie alle ottime qualità e caratteristiche del percorso, e alla notevole partecipazione alle gare, il campo del Golf Club Paradiso, fa ormai parte dei migliori circuiti di golf a livello nazionale, con notevole sostegno anche degli sponsor del Club.

Strutture e servizi

All'interno di questo Golf Club Paradiso del Garda, vi sono ampie strutture e servizi di ogni genere, di cui possono usufruire tutti i soci ed i clienti. Tra le strutture a disposizione, troviamo due splendidi hotel a 4 stelle, il Golf Hotel Paradiso ed il Parc Hotel, i quali sono completamente circondati dal verde, e che naturalmente si affacciano sul campo da golf; entrambi sono dotati di molti servizi, come: aria condizionata, Pay TV/TVsatellitare, Internet, mini-bar.

Altra bellissima struttura interna alla "club home", è il ristorante Pirlar, il quale viene spesso usato per eventi di particolare interesse o per le premiazioni, ma anche per semplici pranzi o cene, dove si possono degustare i tipici piatti italiani o anche varie specialità straniere.

Naturalmente, non poteva mancare un centro di salute e benessere, ovvero il Wellness-center Paradiso, un grande centro dove i clienti si possono dedicare al relax e alla forma fisica, usufruendo di servizi come, sauna, piscina, idromassaggio, e palestra.

Vicino le strutture alberghiere, si trova il centro sportivo Il Paradisetto, con all'interno un piccolo campo da golf a 4 buche, molto adatto per allenamenti o per chi vuole iniziare questa bella disciplina; il centro inoltre, è dotato di impianti sportivi per praticare anche: nuoto, calcio, calcetto, tennis, basket, beach-volley, pallavolo. In questo grande complesso golfistico, si possono trovare anche varie sale-congressi, mentre un vero grande centro congressi si trova al Parc Hotel.

golfplaying golf

 

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Fiat Tipo: storia dell'auto

La Fiat Tipo, è stata presentata per la prima volta nel 1988; fu creata dalla casa torinese per sostituire la Fiat Ritmo, e fu prodotta per 7 anni fino al 1995... ma ripercorriamo la storia della Fiat Tipo, che è stata anche “Auto dell'anno 1989”...

La prima serie

Prima serie 1988/1993: il primo modello, fu presentato con 5 motorizzazioni diverse, 3 a benzina e 2 diesel; i motori a benzina disponili, erano il 1.1, il 1.4 ed il 1.6, mentre i motori diesel, erano il 1.7 ed il 1.9 Turbo, quest'ultima fu denominata T.ds. La Tipo 1.9 T.ds, inizialmente fu l'unica versione della gamma, che a richiesta poteva montare il paraurti anteriore con design sportivo, i fendinebbia ed il sistema ABS.

Nel 1989, si aggiunse alla gamma, una versione ad iniezione elettronica-multipoint, denominata 1.8 i.e., che grazie alle sue 4 valvole per cilindro e al doppio albero a camme in testa, poteva disporre di ben 136 CV di potenza; lo stesso motore, equipaggiò poi la sportiva Tipo i.e. 16v, e la Tipo T.ds X.

L'anno successivo, nel 1990, fu prodotta anche una versione a 8 valvole del motore 1.8 i.e. e del motore 2.0 i.e.

Nel 1990, furono aggiunte anche le versioni: Selecta (1.4/1.6 cc), Diesel DGT (1.9 cc), Granturismo (1.8/2.0 cc); inoltre fu anche aggiunta una versione con strumentazione analogica, ovvero la Tipo AGT.

“Duemilasedici” e "Sedici valvole", erano i nomi con cui veniva chiamata la Tipo 2.0 i.e. 16 v, che debuttò nel 1991, e che esteticamente si differenziava dagli altri modelli, dal volante più sportivo e dai cerchi in lega. Nello stesso anno, la Fiat decise di aggiungere ulteriori versioni, che furono la S, la SX e la GT.

La seconda serie

Seconda serie 1993/1995: nel 1993, la Fiat avviò la produzione della seconda serie, che fu completamente aggiornata dal punto di vista motoristico, per via anche della normativa “Euro 1” antinquinamento.

Altre importanti modifiche, furono apportate agli interni, con un nuovo design della plancia e con i pannelli delle porte completamente cambiati, mentre esteriormente furono cambiati i fari, più arrotondati, e la calandra, con l'aggiunta di una presa d'aria.

Miglioramenti, furono apportati anche dal punto di vista della sicurezza; adottando barre anti intrusione più solide nelle porte, rinforzando la “cellula” dell'abitacolo, aggiungendo “schiumatura antiurto” nella plancia, e aggiungendo anche airbag e ABS.

Un altro importante cambiamento della “seconda serie”, fu l'inserimento della versione a 3 porte, che aveva una linea un po' più sportiva, e che inoltre, aveva in più gli alza-cristalli elettrici.

Fiat Tipo

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Fiat Uno Turbo, storia dell'auto

Nel 1985, la Fiat presenta la Uno Turbo i.e., la prima turbo della gloriosa gamma “Uno”, con la quale si aprì una gloriosa “parentesi” durata 5 anni... ma vediamola, la storia della Uno Turbo.

Il primo modello del 1985

Il primo modello turbo della gamma “Uno”, fu la Uno Turbo i.e. (iniezione elettronica) del 1985, che disponeva di un brillante motore da 1301 cc, con 105 CV di potenza, e di un cambio a 5 rapporti derivante da quello usato per la Fiat Ritmo. Questa piccola Uno Turbo, vantava prestazioni non indifferenti, infatti poteva raggiungere i 200 Km/h ed arrivare da 0 a 100 Km/h in soli 8,1 s.

Esteriormente la Uno Turbo, non si differenziava molto dagli altri modelli della gamma, ma si distingueva solo da qualche particolare più sportivo, ovvero lo spoiler posteriore sul portellone, i fendinebbia, le ruote in lega, e le plastiche nere di rifinitura nei passa-ruota.

La differenza degli interni invece, consisteva nell'uso del vivace abbinamento di colori rosso/nero nella tappezzeria, e nei sedili con design più sportivo, mentre il cruscotto era in pratica lo stesso della Uno SX leggermente modificato. Un'altra piccola differenza, con gli altri modelli, stava nella collocazione dei pulsanti dei vetri elettrici, che erano sui braccioli anziché nella plancia.

I modelli che seguirono

Nel 1986, venne presentata al Salone di Torino la Uno Turbo D; questa versione turbodiesel, disponeva di un motore da 1367 cc, con potenza di 70 CV, derivante dal motore della Fiat Ritmo1900. Esteriormente la Uno Turbo D, si riconosceva dal singolare paraurti anteriore, con fendinebbia e presa d'aria, dallo scarico cromato, e dalla scritta "Turbo D" ai lati della carrozzeria. Gli interni, erano simili alla versione turbo a benzina, tranne che per i sedili, la strumentazione e la plancia centrale. La Uno Turbo D, poteva arrivare ad una velocità massima di 165 Km/h, con accelerazione da 0 a 100 Km/h in soli 12,4 s.

Nel biennio 1988/1989, la Uno Turbo i.e. cambiò motore, equipaggiando il 1400 Turbo Multipoint, inoltre, uscì anche in versione Turbo Antiskid, con sistema antibloccaggio della frenata. Con una potenza di 118 CV, poteva raggiungere i 205 Km/h ed arrivare da 0 a 100 Km/h in soli 8,3 s.

L'ultima versione turbo della gamma, fu quella del 1990, ovvero la variante Uno Turbo i.e. Racing.

Uno PowerUno Power

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Duetto Spider Alfa Romeo, storia e caratteristiche

Una delle auto più famose, che hanno fatto la storia della casa automobilistica Alfa Romeo, è senza dubbio l'Alfa Romeo Spider, conosciuta in tutto il mondo anche col nome di “Duetto”... ma vediamo la storia di quest'auto, che inizia dall'anno 1961.

Il primo prototipo, ed il nuovo nome "Duetto"

Il primo disegno di questa spider, fu una creazione di Pininfarina, ed il risultato fu una “barchetta” a 2 posti derivante dalla Giulietta SS 1300.

Nel 1961, Pininfarina mostrò il suo prototipo al salone di Ginevra, ma nonostante i consensi del pubblico e della stampa, l'Alfa Romeo preferì non rischiare il lancio sul mercato, ritenendola a suo parere troppo innovativa, e puntò quindi su i modelli Giulia Spider e Giulia GTC.

La scelta non fu molto felice, e i due modelli della Giulia risultarono prodotti deludenti, e così finalmente l'Alfa Romeo decise di iniziare a produrre la nuova Spider, la quale con 28 anni di produzione, detiene ancora il record dell'azienda.

Prima di iniziare la produzione, l'Alfa Romeo, decise di trovare un nome a questa “1600 Spider” tramite un concorso, dal quale ne uscì vincitore il signor Guidobaldo Trionfi, un bresciano che propose il nome “Duetto”.

Le 4 serie della Duetto

1ª serie - "Osso di seppia”: le auto della prima serie, furono chiamate così per via della forma affusolata del frontale e della coda, che ricordavano proprio l'osso di seppia. Nel 1966, fu presentata negli USA, ottenendo notevole interesse, tanto che l'auto fu usata anche nel famoso film “Il laureato”. Nel 1968, oltre alla versione 1600, venne messa sul mercato anche la versione definita “spider veloce”, con motore 1750.

2ª serie - "Coda tronca": questa serie, che debuttò nel 1969, aveva come caratteristica il nuovo design a coda corta, “tronca”, i nuovi modelli, avevano infatti una lunghezza di 4,12 m, contro i 4,25 m dei precedenti. Inoltre, vennero apportate modifiche anche ai paraurti, in acciaio inox e gomma, e al cruscotto, con 2 settori anziché 1 della prima serie. Furono poi prodotte in seguito, anche la “Spider Veloce 2000”, e la serie “America” per la vendita oltre-oceano, con alcune differenze motoristiche.

3ª serie - "Aerodinamica": la terza serie nacque nel 1983, la quale presentava importanti modifiche telaistiche ed aerodinamiche. La modifica più evidente, fu l'aggiunta di uno spoiler sintetico nero sulla coda, il quale dava vantaggi aerodinamici. Altre modifiche importanti, furono i paraurti avvolgenti e i grandi specchietti laterali, inoltre dal 1986, venne prodotta la serie “Quadrifoglio verde” di cilindrata 2000.

4ª serie: l'ultima serie fu prodotta dal 1990 al 1993, e con questo modello ci fu un ritorno alle origini con l'eliminazione dello spoiler, ma anche con l'innovazione dei paraurti verniciati.

Le versioni disponibili erano: 1600 a carburatori; 2000 a iniezione elettronica.

Old Car - Alfaromeo DuettoAlfa Romeo Duetto 1967, Cockpit | Source Transferred from http://de.

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Fotocamera usa e getta, guida all'acquisto

Le macchine fotografiche "usa e getta", sono un economico e utile accessorio, specie quando in vacanza o in altre occasioni, ci si dimentica a casa la macchina fotografica personale... vediamo quali tipologie e modelli è possibile acquistare...

Quando e dove acquistare una "usa e getta"

La fotocamera monouso, chiamata anche “usa e getta”, consente di scattare foto in casi urgenti o di emergenza, quando sul momento, non si è in possesso della propria macchina fotografica; infatti i due vantaggi principali di queste macchine, sono la facile reperibilità nei negozi ed il basso costo. Oltre che in caso di emergenza, queste macchine monouso, possono essere anche utili in caso serva qualche foto subacquea urgente, per esempio in vacanza al mare, esistono infatti, anche modelli subacquei appositamente impermeabili. In caso si vada in vacanza in luoghi marittimi, è consigliabile acquistarne una subacquea, anche prima della partenza, in modo di averla già a portata di mano, visto che sulle spiagge o comunque in riva al mare, la reperibilità è sicuramente meno facile. Un altro caso, in cui usare queste macchine fotografiche, può essere quello dell'uso in condizioni ambientali difficili, per esempio quando si deve scattare foto con pioggia, neve o anche sabbia al mare, per evitare di rovinare la nostra macchina più costosa. In commercio, si possono trovare fotocamere “usa e getta” da 12 scatti, da 24 e da 36, ed il loro costo si aggira attorno i 10/20 €.

Queste fotocamere, si possono acquistare i molti tipi di negozio, quali: negozi di fotografia, tabaccai, supermercati, cartolerie, bancarelle turistiche; quindi un po' ovunque.

Alcuni modelli consigliati

Kodak FUN USA E GETTA FLASH 1x2 (Bipack): questa Kodak è una semplice fotocamera ma che da risultati ottimi; adatta per interni ed esterni. Una confezione, con 2 fotocamere con resa 400 ISO, a meno di 7 €. La stessa fotocamera, in confezione singola, costa circa 3,80 €.

Kodak FUN USA E GETTA FLASH 27 + 12: questo modello Kodak a 27 + 12 esposizioni, ed è dotata di flash. Il suo costo è di circa 8 €.

Fujifilm QUICK SNAP FASHION FLASH: questa Fuji usa e getta, è dotata di flash, ed ha la possibilità di eseguire fino 27 scatti. Costo: circa 4 €.

Fujifilm QUICK SNAP MARINE: è un modello usa e getta subacqueo, dall'accattivante colore azzurro mare; modello da 27 scatti. Costo: circa 8€.

macchina fotografica monouso

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Amplificatori per chitarra Marshall, modelli e caratteristiche

Marshall... un marchio che è da sempre sinonimo di ottimi amplificatori, tra i migliori al mondo, vediamo le caratteristiche di alcuni dei suoi modelli per chitarra...

Il tascabile MS-2

MS2: è l'amplificatore più piccolo ed economico prodotto dalla Marshall; infatti ha solo 2 W di potenza e misura solo 13 x 11 x 5 cm.

Il Marshall MS2 è dotato di 3 manopole, che svolgono la seguente funzione: controllo dei toni, controllo del volume, switch a 3 posizioni (on-off + on-overdrive).

Con la manopola-switch, in posizione OD, si ottiene in uscita un suono distorto, di tipo overdrive e anche più potente di volume, adatto per chitarra elettrica, mentre in posizione ON si ottiene un suono “pulito”, più adatto per chitarra acustica.

Questo micro amplificatore tascabile, ha nella parte posteriore, un attacco per un eventuale aggancio ai pantaloni, nella tasca o nella cintura, inoltre, è dotato anche di presa per cuffia.

Può essere alimentato, con batteria da 9 V, o con alimentatore esterno (non in dotazione).

L'MS2 è adatto da studio, per allenamento e per suonare in casa a basso volume, e comunque essendo tascabile, lo si può usare ovunque; è anche il Marshall più economico in commercio, il suo prezzo si aggira attorno ai 40/50 €.

Modelli, Haze 40 C e JCM2000-DSL401

Haze 40 C: è un ottimo amplificatore di media potenza, 40 W, a 2 canali interamente valvolari, con tre valvole ECC-83 nel preamplificatore e due EL-34 nel finale; l'altoparlante è un cono da 12" Celestion Custom. L'Haze 40, ha in dotazione 4 effetti digitali (riverbero, echo, vibe, chorus), ed anche un footswitch per cambiare canale o per inserire uno degli effetti col piede.

Ottimo anche il suono del canale “drive”, per sonorità distorte; in base alle regolazioni, si ottengono distorsioni molto diverse tra loro, da quelle più leggere tipo crunch a quelle più dure tipo overdrive.

Eccellente amplificatore per chitarra, da studio ed anche per esibizioni in pubblico; prezzo, circa 600 €.

JCM2000 DSL401: questo modello è una delle punte di diamante della serie JMC; è un amplificatore di alta qualità, adatto sia per essere ambienti piccoli, che per ambienti grandi.

Merito della tecnologia usata per questo amplificatore, ovvero: due canali di distorsione (overdrive), OD1 e OD2, con il primo che sovrappone il canale del distorto a quello pulito, e un canale del pulito, che tramite un ottimo meccanismo di equalizzazione, permette di livellare eventuali squilibri della risposta in frequenza. Praticamente, si arriva quasi alla perfezione assoluta.

Il costo, è adeguato al livello e alla qualità dell'amplificatore e alle prestazioni che permette di avere: circa 800 €.

Marshall ms2

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Enzo Bearzot, il "vecio"

Il “vecio”... così era soprannominato Enzo Bearzot, il C.T. che nel 1982 in Spagna, contro ogni pronostico, conquistò, con la Nazionale italiana, la coppa del mondo, in una memorabile finale con la Germania...

Circa sei mesi fa, l'ex C.T. della Nazionale di calcio ci ha lasciato per sempre, ma ci ha lasciato anche un titolo mondiale e tanti bei ricordi indelebili. Enzo Bearzot nacque ad Aiello del Friuli il 26/9/1927 e morì il 21/12/2010 a Milano; vanta ancora il record di “panchine” della Nazionale, con 104 presenze.

  • Bearzot calciatore: la sua carriera di calciatore iniziò nel 1946, proprio come difensore nella squadra della sua cittadina, l'Aiello del Friuli, per poi approdare alla serie B con la Pro Gorizia, ma la sua carriera decollò nel 1948 quando venne notato e acquistato dall'Inter; con l'Inter però, in 3 anni giocò solo 19 volte e quindi nel 1951 si trasferì al Catania, dove giocò ben 95 volte in 3 anni e segnò anche 5 reti. La sua carriera, continuò passando al Torino nel 1954, per poi tornare all'Inter nel 1956, ma dopo solo 1 anno decise di tornare definitivamente al Torino, con il quale concluse la sua carriera di calciatore nel 1964. Da calciatore, può anche vantare una presenza nella Nazionale.
  • Bearzot allenatore: la sua prima “panchina”, fu quella de Prato in serie C nel 1968, ma iniziò subito il suo rapporto con la Nazionale, allenando la Nazionale giovanile (all'epoca under 23). Divenne in breve tempo, assistente del tecnico Ferruccio Valcareggi nella Nazionale maggiore ed in seguito di Fulvio Bernardini, con cui condivise la “panchina” fino al 1977. Dopo la mancata qualificazione al Campionato europeo del 1976, arrivarono le prime soddisfazioni al Mondiale del 1978 con un ottimo quarto posto; quarto posto poi ripetuto, all'Europeo del 1980. L'avventura ai mondiali di Spagna '82, non iniziò nei migliori dei modi; ci furono molte critiche da parte dei giornali, sia prima della partenza per la Spagna, che dopo partite della prima fase, causate dalle modeste prestazioni e dai risultati non certo esaltanti. Per la prima volta, Bearzot, introdusse la novità del “silenzio stampa” e convinto della forza della squadra, prosegui poi il Mondiale con una serie di risultati esaltanti, battendo tutte le squadre più forti e in finale la Germania, conquistando così il terzo "titolo" per l'Italia. Si dimise da C.T. dopo il fallimentare Mondiale del 1986.
Bearzot ai mondiali di Spagna '82

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I pannelli isolanti termici: caratteristiche

Una delle maggiori cause, di spreco energetico nelle nostre case, è la dispersione di calore. Le dispersioni, si possono verificare in diversi punti della casa, sopratutto nei principali punti critici, vale a dire i muri, i soffitti e i tetti; per rimediare a questo problema, solitamente vengono applicati in queste zone adeguati pannelli isolanti di vario materiale...

Per facilitare l'installazione di questi materiali, vengono spesso prodotti dalle aziende sotto forma di pannelli componibili e sempre a moduli di forma quadrata o rettangolare, anche se la forma poi si può eventualmente modificare, in caso di particolari necessità durante il montaggio. Una volta montati e uniti tra loro, con le tecniche adeguate, i pannelli costituiscono delle vere e proprie barriere per il calore, impedendogli in pratica di fuoriuscire dalla nostra abitazione; questi pannelli sono denominati “pannelli isolanti termici”, infatti la loro caratteristica principale e fondamentale è quella di avere una conduttività termica molto bassa.

I materiali che costituiscono questi pannelli, possono avere due origini, quella vegetale o quella petrolchimica.

I materiali di origine petrolchimica sono: il “poliuretano espanso rigido”, ottenuto dai polimeri, ed il “polistirolo” detto anche “polistirene”. Di polistirolo, esistono due varianti: il “polistirolo espanso” (EPS), spesso più usato perché meno costoso, ed il ”polistirolo estruso” (XPS), che ha specifiche più alte, ed è infatti efficace anche in zone molto umide, ma che però è più costoso.

I pannelli isolanti di origine vegetale, più usati, sono costituiti dai seguenti materiali: fibra di cellulosa, fibra di legno, fibra di legno mineralizzata, canna lacustre e sughero; quest'ultimo a differenza degli altri, non è a struttura fibrosa ma è a struttura cellulare.

In commercio, esistono anche pannelli isolanti a composizione mista, cioè composti da materiali naturali e sintetici miscelati assieme, ma sono poco usati.

I pannelli in sughero, sono invece molto usati, hanno alte proprietà di isolamento termico e sono anche antimuffa ed anticondensa, questo grazie alle cellette di cui è composto le quali favoriscono l'evaporazione dell'umidità. Anche i pannelli di fibra di legno, hanno un buon potere isolante e bassa conduttività termica, sono infatti abbastanza usati e sono spesso realizzati con gli scarti provenienti dalle segherie. In generale però, i pannelli più usati in assoluto sono quelli sintetici in polistirolo, specialmente per la bassa conduttività termica e per i prezzi più contenuti, anche se però, hanno il difetto di avere meno traspirabilità e questo a volte può causare il ristagno di cattivi odori.

lavorazione di pannelli isolanti

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